Il design è progetto, è sintesi di motivazioni industriali, emozioni estetiche e ragioni funzionali. È dal perfetto connubio di questi elementi che nasce “3F Filippi”, un’azienda dinamica che da oltre sessant’anni lavora con la luce per conoscerla, valorizzarla e riproporla attraverso apparecchi illuminanti.
Che cosa si intende per “illuminazione fluorescente” e come, da piccoli artigiani, siete riusciti a diventare leader in questo settore?
Le lampade fluorescenti lineari sono il risultato di una tecnologia che permette di unire un’altissima efficienza ad un’ottima qualità cromatica con un notevole risparmio energetico. La passione per la luce e lo spiccato spirito imprenditoriale della famiglia Bonazzi hanno spinto 3F Filippi a diventare produttore leader internazionale di soluzioni illuminotecniche sostenibili e complete. Oggi l’azienda offre una vasta gamma di prodotti, destinati ai settori più svariati dell’illuminazione.
In cosa consiste il vostro impegno nel campo del risparmio energetico e dell’energia pulita?
3F Filippi è costantemente impegnata a migliorare i suoi prodotti al fine di renderli sempre più efficienti e rispettosi della natura. L’impegno parte dalla produzione degli apparecchi illuminanti in uno stabilimento che, grazie ai pannelli fotovoltaici, ottimizza il consumo di energia, continua con l’assemblaggio effettuato internamente a chilometro zero e si sviluppa grazie all’impegno profuso nel sistema di Economia Di Gestione (EDG) per assicurare meno punti luce in fase d’installazione, minore consumo di energia, meno interventi per sostituzione di materiali difettosi o lampade esaurite e meno interventi per pulizia degli apparecchi, assicurando così un immediato contenimento dei costi.
Perché definiresti “3F Filippi ” un’azienda “Mad” ?
Perché credo nel risveglio collettivo di fronte alle crisi, perché le fughe non sono la soluzione, perché in Italia è ancora possibile portare avanti idee vincenti e fare impresa. 3F Filippi rappresenta, con questo spirito, un modo di fare business.
Che consiglio daresti ai giovani che desiderano avviare un progetto imprenditoriale?
Passione e impegno sono le qualità indispensabili per entrare nel mondo del’imprenditoria. Per iniziare consiglierei di approfittare delle agevolazioni che le istituzioni locali spesso mettono a disposizione. Per cominciare un’attività bisogna essere pronti a sacrifici personali ed economico: un errore da evitare è partire con un progetto troppo grande e di difficile gestione: meglio crescere gradualmente, per allargare il proprio business c’è sempre tempo.
Se tu facessi parte del Governo Tecnico, quale sarebbe la tua ricetta per aiutare e tutelare i giovani imprenditori italiani?
L’unico strumento per la tutela dei giovani imprenditori è essere legato a iniziative di legge che proteggano le eccellenze italiane. Serve meno burocrazia, più sostegno a chi decide di “fare” mercato in campo internazionale. Poi bisogna agevolare chi investe nelle risorse umane che offrono le università e le scuole specialistiche. Un modo per abbattere i costi e creare un circolo virtuoso di saperi.
Se avessi la possibilità di parlare con un consulente, cosa gli chiederesti per far funzionare meglio la tua attività imprenditoriale?
Chiederei quali sono i metodi di inserimento ideali per chi si affaccia al mondo del lavoro: spesso i giovani hanno qualifica ma non curriculum, capire su chi puntare a volte è difficile, anche perché il periodo di comprensione del lavoro, inteso nella maniera più ampia possibile, varia a seconda delle persone. Il rischio è perdere potenziali ricchezze umane per l’azienda. Credo ancora che le fortune di un imprenditore dipendano dalla qualità dei dipendenti e dal loro benessere. Di strategia di marketing i libri sono pieni, ma la quotidianità di un’attività va oltre a studi statistici e analisi di mercato.