Un secolo di esperienza al servizio della distillazione. Frilli Impianti è un esempio di successo della piccola impresa italiana che attraverso il know-how trasmesso di generazione in generazione, ha costruito la propria fortuna.
“Dalla fondazione dell’azienda abbiamo sempre avuto un unico obiettivo. Soddisfare i nostri clienti attraverso una continua ricerca nell’ottimizzazione del processo produttivo. Questa infatti è da noi considerata l’unica forma di pubblicità”
Idee precise e determinazione, unite ad una oculata gestione aziendale hanno portato Frilli Impianti ad essere una delle maggiori aziende di riferimento sul mercato mondiale.
Testimonianza di una impresa “Mad” che sta rendendo grande l’Italia. Dall’esperienza artigiana a grandi impianti produttivi.
Come si costruisce il successo di un’impresa che dura da oltre 100 anni?
Una grande passione per questo lavoro, la ricerca di nuovi stimoli, la formazione di una squadra motivata e capace di condividere gli stessi obiettivi del capo, la competenza, l’esperienza e la disponibilità di coloro che compongono la squadra, la professionalità, la serietà e correttezza sul mercato, il know-how e la tecnologia d’avanguardia, la dinamicità della struttura e per finire anche un po’ di fortuna, ritengo siano stati gli ingredienti che hanno consentito la crescita ed il successo della Frilli Impianti.
Ricordo perfettamente i dubbi e le paure che mi hanno assillato quando nel 1999 firmammo il contratto in Austria per un impianto per alcol da 30.000 litri. Da una parte era un’opportunità importante, ma dall’altra c’era il rischio di sbagliare ed affossare l’azienda, perché non avevamo mai progettato e costruito impianti di queste dimensioni e con tecnologia così innovativa.
Ho continuato a firmare contratti all’estero per impianti similari ed anche per distillerie complete. Negli anni successivi le richieste che ci arrivavano dai paesi dell’Est erano per impianti sempre più grandi; dal 2007 in poi abbiamo firmato contratti per impianti da 60.000, 100.000 fino a 200.000 litri al giorno di alcol da cereali.
Ogni volta, prima di firmare, la mente ritornava al progetto da 30.000 litri in Austria ed ogni volta ho avuto gli stessi dubbi e le stesse paure, ma tutto è andato bene, non abbiamo fatto errori e la Frilli Impianti ha incrementato la sua notorietà ed il fatturato.
Perché Frilli Impianti può definirsi un’azienda Mad?
La Frilli Impianti può definirsi un’azienda Mad perché solo dei pazzi potevano cavalcare questo progetto nel 1992, in piena crisi economica, con il settore distillatorio fermo da anni, con una struttura piccola, con un bagaglio tecnico-commerciale modesto e senza un programma né un obiettivo definito.
Solo dei pazzi potevano decidere di rimanere con l’azienda in Italia, quando con il 98% del nostro fatturato all’estero avevamo l’opportunità di spostare la produzione in altro paese con grossi vantaggi e pochi svantaggi.
Solo dei pazzi incoscienti potevano firmare dei contratti che superavano il fatturato annuo dell’azienda, le cui penali per eventuali errori o non rispetto delle garanzie potevano portare diritti al fallimento.
In questo particolare periodo storico che vede le economie europee in forte difficoltà, qual è a vostro avviso l’atteggiamento da tenere dalle aziende che vogliono essere presenti sui mercati internazionali?
La Frilli Impianti nell’ultimo quadriennio, nonostante la crisi che continua a perversare sui mercati, ha ottenuto i migliori risultati di fatturato, di crescita e di immagine da quando è nata.
Non abbiamo una ricetta particolare per dimostrare il nostro attuale “successo”, ma probabilmente i risultati che abbiamo ottenuto negli anni, e che speriamo di mantenere in futuro, sono frutto di una politica iniziata molti anni prima, con azioni commerciali mirate per paese e per progetto.
Siamo convinti di aver seminato bene; da qualche anno stiamo raccogliendo i frutti e, nonostante il periodo molto difficile, la Frilli Impianti ad oggi non ha avuto flessioni di lavoro.
Mantenere un ruolo ed una presenza sui mercati internazionali non è facile, ma pensiamo che ogni azienda, dopo un’analisi di mercato, debba organizzarsi per questo o quel paese, investire commercialmente, trovare potenziali clienti, creare rapporti, seminare ed avere molta pazienza senza mai forzare i tempi. Alla fine l’azienda sarà premiata.
Con l’intensificarsi della crisi internazionale, come è mutato il rapporto con la concorrenza e come avete reagito alle nuove difficoltà?
Come detto, ad oggi non stiamo risentendo della crisi internazionale, anche se non sappiamo fino a quando durerà questa situazione. Oggi c’è una concorrenza emergente molto pericolosa (bassi prezzi) dalla Cina e dall’India ed una concorrenza sempre più agguerrita in Europa, dove la torta si è ridotta e quindi c’è una lotta feroce per aggiudicarsene uno spicchio. La Frilli Impianti ha la sua forza nel rapporto qualità/prezzo, nella sua dinamicità, nei rapporti con i clienti e nelle referenze, per cui nelle trattative parte dalle prime posizioni, anche se questo non significa aggiudicarsi una gara. Comunque, se chiamati per la trattativa finale, cerchiamo di essere sempre noi stessi, ci giochiamo il margine di trattativa, mettiamo sul piatto le nostre referenze, la nostra tecnologia, l’assistenza pre- e post-collaudo e contiamo di essere convincenti per prendere il lavoro.
Se tu facessi parte del Governo Tecnico, quale sarebbe la tua ricetta per aiutare e tutelare oggi i giovani imprenditori italiani?
Purtroppo il governo tecnico non ha le mani libere per agire dove dovrebbe. Il veto imposto da questo o quel partito della maggioranza che lo sostiene impedisce la risoluzione di certi problemi.
La ricetta per aiutare i giovani imprenditori, ma direi per aiutare tutto il Paese, sulla carta sarebbe semplice: abbattere la spesa pubblica, eliminare i privilegi, intervenire direttamente sulla corruzione e sull’evasione fiscale, ridurre la burocrazia, ridurre le tasse, favorire gli investimenti e l’accesso al credito, aumentare il potere di acquisto per la ripresa economica e la crescita del paese. Purtroppo, per le ragioni sopra dette, questi piccoli o grandi interventi non sono fattibili.
Se avessi la possibilità di parlare con un consulente, cosa gli chiederesti per far funzionare meglio la tua attività imprenditoriale?
Un’azienda come la nostra ha delle specificità che difficilmente trovano una collocazione settoriale standard ed è per questo motivo che difficilmente possiamo avvalerci di consulenze mirate.
Il sottoscritto ha delle idee ed ha la presunzione di conoscere bene pregi e difetti della sua azienda. Da un consulente potrebbe avere la conferma o meno del suo pensiero e delle sue opinioni ed agire di conseguenza.