Nel panorama delle eccellenze italiane un posto d’onore se lo stanno guadagnando i birrifici artigianali, aziende guidate da mastri birrai coraggiosi e un po’ visionari che hanno deciso di sfidare il mercato delle birre industriali e ci stanno riuscendo con ottimi risultati. Nell’ultimo anno, infatti, le birre artigianali hanno rappresentato un fenomeno in controtendenza rispetto all’attuale crisi economica e per ora rappresentano poco più dell’1% dell’intero fatturato del settore. C’è quindi ancora molto spazio di sviluppo.
La storia che racconteremo oggi è la storia di Leonardo Di Vincenzo, ricercatore universitario che ha deciso di mollare il mondo accademico e di dedicarsi alla ricerca della ricetta perfetta.
Il suo birrificio, Birra del Borgo, è una delle realtà più prestigiose del panorama brassicolo italiano, vincitore di tanti premi e riconoscimenti da parte delle Associazioni di Settore (l’ultimo, in ordine di tempo, è stato assegnato alla sua Rubus sabato 23 febbraio 2013 presso RHEX RiminiFiera nell’ambito del concorso “Birra dell’Anno Unionbirrai 2013”).
Per parlarci di Leonardo oggi abbiamo un ospite d’eccezione, il suo amico Edoardo Fraioli, autore dell’ebook Cruda & Crudo, in cui vengono proposti più di trenta abbinamenti tra birre artigianali e piatti crudi. Ricette di crudo di pesce, carne o insalate gourmet trovano infatti nella birra una compagna di tavola dai profumi non industrializzati che ricordano e assecondano gli ingredienti integri e i sapori del territorio con i quali sono preparati i piatti.
Edoardo, quando è nato Birra del Borgo (BdB)?
Ufficialmente nel 2005 a Borgorose, piccolo paese in provincia di Rieti, quando Leonardo ha smesso la toga e si è infilato il camice da lavoro. Leonardo ha anche un altro talento, quello del racconto. È un grande affabulatore: ascoltarlo parlare delle sue birre è una gioia per le orecchie e per il palato! La passione per la birra artigianale è per lui una missione di vita, una sperimentazione continua. A Borgorose sono nate la ReAle, la DucAle, la Duchessa e la My Antonia.
È Borgorose il centro del mondo per Birra del Borgo?
Ovviamente sì. Ma dal centro del mondo si stanno dipanando molte vie: a Roma sono nati, in collaborazione con altri soci, “Bir&Fud” e “Open Baladin”, primi locali in cui si concretizza l’idea della birra accompagnata da piatti stra-ordinari. A Manhattan ora c’è “La Birreria”, un vero e proprio brewpub/birrificio: i newyorkesi adorano le birre artigianali italiane, ma direi anche i romani, a giudicare dall’apertura di una filiale de “La Birreria” anche presso Eataly, a Roma.
La ricerca e la sperimentazione sono fondamentali per la birra?
Assolutamente sì. Birra del Borgo è qualità e ricerca continua: Leonardo studia ceppi autoctoni di lieviti, nuovi tini di fermentazione, nuovi processi di qualità… e fa anche qualche esperimento da “scienziato pazzo”! A fine gennaio all’Oyster Day ci ha fatto degustare 8 tipologie di birre artigianali con altrettanti piatti deliziosi, eccellenze italiane e prodotti Slow Food. Assistere alla cotta della sua Oyster Stout, che si chiama Perle ai Porci e nel cui fusto vengono letteralmente gettate… le ostriche, è stata un’esperienza in cui i cinque sensi sono stati coinvolti in modo sorprendente. Io sono stato rapito dal fascino della condivisione, dello scambio e della partecipazione, che sono poi l’essenza del percorso “beer and food”.