“LeManinPasta” è una bottega di pasta fresca artigianale nata a Termoli nell’aprile 2012 attraverso la rilevazione di un negozio storico della gastronomia basso molisana, con l’intento di proseguire la tradizione delle passate generazioni.
Si narra di un negozio che conta quasi 50 anni di storia che nonostante il cambio di gestione, non ha modificato in alcun modo un processo produttivo tradizionale che da sempre ha garantito prodotti di qualità e freschezza superiore. Esempio di coraggio di un imprenditore che punta sulla riscoperta di valori e sapori appartenuti a tempi passati.
Viste le attuali condizioni economiche del nostro Paese, avviare una nuova attività commerciale in questi anni può essere considerata scelta coraggiosa. Come nasce l’idea di mettersi in gioco?
Sicuramente la volontà di fondo è quella di cercare di fornire al consumatore un approccio moderno, in un settore fortemente tradizionale, all’acquisto e al consumo di pasta fresca. Ancora oggi difatti, risiede nell’immaginario collettivo la convinzione che questo sia un mestiere per persone “di una certa età” (il mito delle sfogline). Non vi nascondo però che l’idea di aprire un’attività nasce anche da una sorta di frustrazione che si articola su due livelli. La prima, prettamente personale, depone le sue radici nell’estrema difficoltà di trovare un lavoro gratificante, oggi, in Italia. La seconda collettiva, è perché vedo nella mia generazione, quella dei trentenni, una totale, fatalista rassegnazione. Cresciuti col mito del posto fisso ci siamo trovati decisamente sprovvisti di mezzi e strumenti per affrontare la crisi ancora in corso. Ecco il mio è, e sarò presuntuoso, anche un tentativo di dire: no non è vero, oggi si può Fare.
Perché LeManinPasta può definirsi un’azienda Mad?
Perché è la dimostrazione che con un po’ di buona volontà e un pizzico di follia nella vita si può imparare a fare qualsiasi cosa. Non importa se parti da zero, per me è sempre valsa la regola del “se vuoi puoi” e cosi è stato anche in questo cas
Ad oggi non saprei rispondere. Un anno è, pare lo sia per definizione, troppo poco per comprendere se la scommessa è stata vinta o meno. Posso però dire che l’attività è fortemente in crescita e che mi sta dando un buon numero di soddisfazioni.
La presenza on-line ed una curata comunicazione digitale come e quanto possono aiutare un’attività commerciale artigianale come la tua?
Sicuramente può aiutare. I social media offrono all’esercente la possibilità di dialogare con i propri clienti, comunicare le promozioni, avere suggerimenti e più in generale capire il livello di customer satisfaction a costi pressoché pari allo zero. E’ chiaro però che non tutti sono in grado di gestire in maniera corretta i propri canali social. Non dico che ogni attività debba avere un social media manager, ma un minimo di buon senso e conoscenza degli strumenti sono fondamentali se non si vuol far si che la comunicazione digitale abbia un ritorno negativo sull’immagine dell’attività.
Se tu facessi parte del nuovo Governo, quale sarebbe la tua ricetta per aiutare e tutelare oggi i giovani imprenditori italiani?
Impresa ardua. In questo primo anno di attività penso di averne viste davvero tante però punterei principalmente su quattro interventi: abbassare il costo del denaro, imporre sgravi fiscali e incentivi per i giovani che sotto i 35 anni decidono di aprire (o rilevare) un’impresa ed infine abolizione l’inutile ed esoso balzello da corrispondere al notaio per la costituzione dell’attività.
In Italia il problema è secondo me palese. Non vi è nessuna corrispondenza tra livello di tassazione e servizi che il settore pubblico offre al cittadino. Voglio dire, io pago le bollette per l’uso di energia elettrica e i miei clienti pagano la mia pasta per poi mangiarla. Spesso mi sono chiesto, ma io pago le tasse per avere cosa indietro? Per sostenere un sistema pubblico che non mi tutela e che non mi offre servizi (anzi spesso è il contrario)? Questo è a mio avviso il primo problema, di carattere più generale, che il prossimo Governo dovrà affrontare: una corretta e sana gestione del denaro pubblico.
Se avessi la possibilità di parlare con un consulente, quale consiglio gli chiederesti per far funzionare meglio la tua attività imprenditoriale?
Commerciale, commerciale, commerciale. Mestiere, spesso, fin troppo sottovalutato e che solo persone dotate di estremo talento riescono a fare come si deve. Gli chiederei: Caro consulente come faccio a comunicare al mio interlocutore, la passione e l’impegno che quotidianamente impiego nella lavorazione dei miei prodotti, al fine di scegliere me come suo esclusivo fornitore?