Mio figlio ha saputo vedere oltre il mio sogno. La storia dei gioielli Nomination

Nomination nasce nel 1987 da una brillante intuizione di Paolo Gensini, che con i suoi gioielli impresse una svolta nel mercato della gioielleria tradizionale.

Nell’ultima intervista ti sei definito Mad perché hai deciso di investire in Italia pur senza un sostegno da parte dello Stato e in assenza di protezioni a livello doganale. Ti senti ancora più Mad in un momento di crisi sia economica, sia sociale come questo?

La pazzia è relativa, chi la può identificare come certa? Sono un uomo abituato alle sfide, a lavorare. Andiamo avanti per il bene nostro e di tutta l’azienda pensando sempre positivo e seguendo il nostro percorso di vita e di lavoro.


Alcuni dei tuoi prodotti, penso ad esempio al bracciale Nomination, sono tra i gioielli più imitati. Credi sia più agevole per un imprenditore far successo con un’idea personale oppure imitare l’intuito altrui?

Non esiste niente più da inventare c’è solo da reinventare, rivedere, ridisegnare o magari riscoprire il gusto del passato con un tocco di personalità.

Quali sono state le motivazioni che ti hanno spinto a fondare la Nomination srl?

E’ stata una sfida, avevamo chiuso il bar che gestivo con i miei fratelli, e dovevo pur fare qualcosa per “campare” , sono incappato nelle persone giuste e io non avevo paura di lavorare, di fare chilometri , di sudare. Nel lungo periodo tutto ciò ricompensa. Poi devo ringraziare infinitamente il mio figlio maggiore Antonio, che ha saputo vedere oltre il mio sogno e realizzarlo oltre ogni aspettativa con la sua serietà e caparbietà.

Che consiglio daresti ai giovani che possiedono un progetto imprenditoriale?

Gli direi di osare, che la vita è una sola, e che è meglio non avere rimpianti! Tentate, provate a realizzare il vostro progetto, informatevi presso la Camera di Commercio della vostra città ci sono diversi finanziamenti per giovani o per donne, non datevi mai per vinti!

Se tu facessi parte del Governo Tecnico, quale sarebbe la tua ricetta per aiutare e tutelare i giovani imprenditori italiani?

Qui mi dispiace ma direi che non posso pensare solo ai giovani, ma a tutto il tessuto di piccole medie aziende che esiste sul nostro magnifico territorio. E direi allo stato che riduca la tassazione e permetta alle aziende oneste e vincenti di non essere soffocate. Come si fa ad aumentare il PIL se si continua a scegliere di investire fuori dall’Italia? Il reddito poi va nelle tasche di altri, e quindi si innesca un processo di riduzione degli acquisti. Va ridotta anche a burocrazia. Questo problema lo stiamo vivendo per l’apertura del nostro nuovo negozio monomarca di Firenze, i vari uffici preposti non sono coordinati e soffocano i progetti con tempi e costi inauditi.

Se avessi la possibilità di parlare con un consulente, cosa gli chiederesti per far funzionare meglio la tua attività imprenditoriale?

Risulterò antipatico, ma non credo molto dei consulenti aziendali che predicano in casa altrui. Se sono così bravi perchè non aprono loro delle attività imprenditoriali? In passato abbiamo fatto ricorso a queste figure ma se non sono ben specializzate in un settore specifico (ad esempio la produzione) e si permettono di essere tuttologi sono devastanti per le piccole e medie aziende.

 

Mad in Italy

È un’impresa fare impresa in Italia! Qualcuno se n’è andato, sta pensando di andarsene o se ne andrà per mettere in atto il proprio progetto all’estero. Qualcun altro invece è rimasto, sta decidendo di rimanere o rimarrà per realizzare la propria idea d’impresa qui in Italia. Folle? Forse sì.

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