
Marsela Esteban è una giovane di origine argentina che dopo aver viaggiato a lungo, ha deciso di trasferirsi a Firenze dove ha dato forma alla propria passione aprendo Tealicious. Un Tea Shop nato con l’intenzione, come scrive la stessa Marcela, di coccolare, fare sognare e regalare momenti speciali.
Al giorno d’oggi perché definiresti Tealicious un’azienda “Mad”?
Innanzitutto perché è stato creato qui a Firenze. Trovo che questa città mi offra quello che potrebbe offrirmi il mio Paese. Vedo molte possibilità per noi che veniamo da fuori, anche per quelli che non hanno creato nulla, e credo che ci sia molto da fare.
In qualità di imprenditrice, perché hai scelto l’Italia?
In realtà mi sono sposata e abito con mio marito a Firenze, lui è fiorentino. L’Italia la vedo un po’ come l’Argentina prima della crisi che abbiamo avuto nel 2001: era ferma come Paese, come città. Ci vuole un cambiamento e, come sempre dico alla gente, il cambiamento viene da noi e non dall’esterno; bisogna mettersi a lavorare e il cambiamento arriva con le offerte di lavoro e la voglia di cambiare, di creare, di innovare.
È una scelta che rifaresti?

Ho viaggiato molto, ho vissuto in diverse città anche qui in Europa. Ho lascito l’Argentina dieci anni fa e lo rifarei di nuovo, ogni giorno. Sono convinta che creare impresa in questo momento sia dura, ma bisogna darsi da fare. È un momento di cambiamenti per tutti e siamo noi a creare questo cambiamento, se nessuno fa nulla, certamente, non cambia nulla.
Essendo nata in Argentina hai un occhio esterno rispetto al comportamento che gli italiani assumono in questo periodo di crisi. Come giudichi la loro reazione?
Hanno molta paura di qualcosa che non conoscono, di quello che arriverà; senza vedere che questa crisi è una grande opportunità per il Paese. Io ho trentadue anni e come giovane credo che bisogna buttarsi. La necessità stimola la creatività e ti fa scoprire degli aspetti della tua personalità che prima non sapevi di avere. Se non avessi avuto la necessità, non avrei scoperto ciò che sono capace di fare. Ritrovarmi in un paese straniero senza nulla mi ha spinta a darmi da fare. ln Italia vedono la crisi con molta paura, come una cosa negativa. Dopo la crisi del 2001 in Argentina siamo cresciuti moltissimo grazie alla necessità, perché si trova la forza dov’è. Credo che l’Italia sia un po’ come l’Argentina: molto creativa, innovativa. Non riconosce però il valore delle piccole cose, come ripartire da capo da soli. Penso che sia il momento di ridare valore alle piccole cose, iniziando a guadagnarsele da soli, perché non è che cadono dal cielo! Va bene il governo, va bene tutto, però dipende molto dalla gente che deve darsi da fare e con la forza di ognuno qualcosa si muove.
Tè come momento di sollievo. Quanto pensi sia importante oggi rifugiarsi nel piacere delle piccole cose?
È importantissimo. È fondamentale fermarsi a prendere una tazza di tè e non per il tè in sé stesso, ma per tutto quello che significa fermarsi un attimo per riflettere. Se non riesci a dedicarti cinque minuti, il tempo che ci vuole per preparare un tè, scegliere le foglie, mettere a bollire l’acqua, vuol dire che non dedichi nulla alla tua vita, al tuo futuro. Siamo noi a costruire il futuro secondo quello che facciamo nel presente, non è una questione di magia, non dipende da chissà chi. Il futuro lo costruiamo noi secondo ciò che facciamo ogni giorno, bisogna fermarsi a riflettere, a decidere cosa si vuol fare della propria vita, chiedersi perché ci sono questi problemi e trovare soluzioni e cambiamenti. Se non c’è la riflessione non cambierà nulla. Bisogna dare importanza alle piccole cose, come andare da Tealicious: è un mondo in cui uno entra, c’è uno stipetto dove si possono aprire le bottigliette, annusarne gli aromi, ognuno abbinato a un mio ricordo; bisogna entrare dimenticarsi di tutto fuori, rilassarsi, bere una tazza di tè e cominciare a condividere anche con una sconosciuta, come me che sono straniera. Siamo giovani, nella stessa barca, al di là dell’origine dobbiamo lottare insieme e ricominciare a ridare valore alle piccole cose.
Se avessi la possibilità di parlare con un consulente, cosa gli chiederesti per far funzionare meglio la tua attività commerciale?
Buona domanda! Prima dovrei capire il mercato esterno. Il mio lavoro è molto tecnico rispetto al tè. Innanzitutto vorrei capire la filosofia italiana. Penso che bisogna capire perché l’italiano sia arrivato a questo, non credo neanche che un consulente riesca a dirmelo perché non è un problema legato al marketing, ma è un problema culturale, un problema di cambiamenti; bisogna soltanto muoversi, muoversi, farsi conoscere, dare il meglio nel lavoro. A un consulente non saprei neanche cosa chiedergli, veramente.
