Agosto – a.k.a. Pubblicità

carosello
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Ditemi che non sono l’unica, ma certe volte agosto mi fa arrabbiare: tutto si ferma, tutto chiude, trentuno giorni nei quali la sospensione di giudizio è d’obbligo in attesa di settembre. Benedette ferie. Ma agosto somiglia a un’edizione un po’ bislacca di Carosello dove alla fine invece che andare a letto a dormire, si ricomincia con la quotidianità dei mesi.

A quanto pare però, non possiamo farci un granché se non goderci questi ultimi giorni di Carosello in attesa della ripresa. Carosello che, fuor di metafora, è da sempre andato a braccetto con il caffè.

Non sarà cinema in senso stretto, ma le storie raccontate da Carosello si sono conquistate un posto nell’immaginario collettivo, o meglio, hanno contagiato il modo di intendere la pubblicità (e la serialità) della generazione dei nostri genitori, arrivando intatte fino a noi, che Caballero e Carmencita li conosciamo per “eredità genetica”.

E poi, ovvio, per il caffè

 

Valentina Spotti

Nasce nel 1984 e vede per la prima volta una pagina web sul finire degli anni Novanta: ci rimane male perché si immaginava chissà cosa. Poi vennero i blog, i social network e YouTube, soprattutto YouTube, dove ha perso innumerevoli ore di sonno e studio saltando di video in video, ma che alla fine le ha regalato una bella idea per una tesi di laurea su reputazione e audiovisivi. Oggi è contributor per Tech Economy e lavora
come web editor per uno dei maggiori portali italiani di informazione
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