
Ditemi che non sono l’unica, ma certe volte agosto mi fa arrabbiare: tutto si ferma, tutto chiude, trentuno giorni nei quali la sospensione di giudizio è d’obbligo in attesa di settembre. Benedette ferie. Ma agosto somiglia a un’edizione un po’ bislacca di Carosello dove alla fine invece che andare a letto a dormire, si ricomincia con la quotidianità dei mesi.
A quanto pare però, non possiamo farci un granché se non goderci questi ultimi giorni di Carosello in attesa della ripresa. Carosello che, fuor di metafora, è da sempre andato a braccetto con il caffè.
Non sarà cinema in senso stretto, ma le storie raccontate da Carosello si sono conquistate un posto nell’immaginario collettivo, o meglio, hanno contagiato il modo di intendere la pubblicità (e la serialità) della generazione dei nostri genitori, arrivando intatte fino a noi, che Caballero e Carmencita li conosciamo per “eredità genetica”.
E poi, ovvio, per il caffè