“Come diceva il nostro amico Hendrix:
la stella che brilla il doppio, dura la metà.
Per questo bisogna non aver fretta e non lasciarci suggestionare dai tempi attuali.”
[Cit. Max Gazzè]
Un brand. Max Gazzè è un brand. O meglio, lui mi ha corretto dicendomi che possiamo definire il binomio Max e Francesco (il fratello, autore di buona parte dei suoi brani) come la “factory Gazzè”.
Un uomo che fa della sua cultura uno spettacolo a tutto tondo; capace di riversare la sua ecletticità, la sua poliedricità artistica sia su di un palco, che sul grande schermo.
Autore e compositore, Max Gazzè è capace di farsi notare come attore con un’eccezionale interpretazione muta in Basilicata coast to coast dell’amico Rocco Papaleo, e tornarsene però con un David di Donatello per la colonna sonora dello stesso film (Mentre Dormi, premiata come miglior canzone originale).
Della sua passione per il cinema ne abbiamo chiacchierato dietro le quinte del palco allestito nell’incantevole scenario dell’ Arenile Reload di bagnoli, proprio a due passi dalla nostra tanto amata Città della Scienza, e ne avremmo parlato ancora durante l’intervista se non fosse stato che avevamo dimenticato di formattare la memoria del nostro Iphone che ci ha abbandonato sul più bello.
Tra l’altro prima di noi c’era stata un’intervista di quelle serie, con videocamera e microfono, figuratevi il nostro imbarazzo. E lui confermandoci l’apprezzamento dell’atmosfera informale, proprio come se stessimo prendendo un caffè tra amici, c’ha sfottuto pure: “Ecco, è finita la pellicola”.
Che dire, per me Max l’uomo, che è dietro al brand Gazzè, è stato capace anche di generare quella spontanea interazione con l’interlocutore, me in questo caso, che per lui avevo la duplice veste di fan e blogger, diventando un brand talmente friendly che nella stesura poi di un post a lui dedicato, manda in secondo piano le risposte seriose che ci ha dato sull’oggetto della sua arte, ossia la musica.
Ah, giusto per chi fosse interessato, nel suo intervento ci dichiara il suo pensiero sull’arretratezza della cultura musicale del nostro paese rispetto alla Francia; ci dice che x-factor dovrebbe far leva un po’ più sulla cultura musicale, e tanto altro. Beh, se volete, quella su è la videointervista integrale.