Forse non sto partendo

“Poi finalmente accadde l’impossibile.
E quel momento rese possibile tutto il resto”
A. Niccol, 1997 

Gattaca è in assoluto il mio film preferito. È curioso pensare a come ci sia arrivata: me l’aveva prestato in VHS una mia compagna di classe, più o meno a metà della scuola superiore, dicendomi “Guardalo c’è l’attore che è troppo figo”. Una videocassetta registrata da Rete 4. Consideravo Ethan Hawke già figo fin dai tempi de L’attimo fuggente, quindi non fu una rivelazione. Ma l’incontro con il suo personaggio, Vincent Freeman, quella sì che fu una rivelazione.

Ok, Gattaca è una favola. Vincent è l’eroe, ma invece della principessa da conquistare c’è Titano e al posto della spada magica c’è un sacchetto di urina per passare i controlli e qualche goccia di sangue. Il suo addestramento passa attraverso lunghe e dolorose operazioni chirurgiche, attraverso l’inganno, attraverso la consapevolezza che anche un essere imperfetto può arrivare là dove sognava di arrivare.

Valentina Spotti

Nasce nel 1984 e vede per la prima volta una pagina web sul finire degli anni Novanta: ci rimane male perché si immaginava chissà cosa. Poi vennero i blog, i social network e YouTube, soprattutto YouTube, dove ha perso innumerevoli ore di sonno e studio saltando di video in video, ma che alla fine le ha regalato una bella idea per una tesi di laurea su reputazione e audiovisivi. Oggi è contributor per Tech Economy e lavora
come web editor per uno dei maggiori portali italiani di informazione
2.0

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