Halloween, Nanni Moretti e l’anticonformismo allineato

E’ appena scattata la mezzanotte tra il 31 ottobre e il primo novembre. E il fatto che io stia scrivendo questo post è il mio alibi: non ho festeggiato Halloween.

Halloween, Nanni Moretti e l'anticonformismo allineato

Beh, questo mi dava una bella carta per fare una sparata delle mie sulla mia pagina facebook. Avrei potuto allinearmi ai non allineati, contro questa festa, importata insieme ai vari Rocky, Rambo, al tifo per gli americani nella guerra fredda e tutta una serie di altre mostruosità che vanno da Freddie Kruger a Jason, fino a quell’omino con la maschera bianca colpito da emiparesi, protagonista di una serie di filmetti dove più ne muoiono e meglio è.

Invece no. A me Halloween piace, e non perché sia un filoamericano geneticamente modificato come un gremlin che si fa la doccia e mangia dopo la mezzanotte. Semplicemente perché mi piacciono la socialità e il divertimento. Soprattutto quelli che si consumano fuori dal web. Se avessi un figlio passerei tutto il giorno a svuotare zucche, a truccarmi da zombie e a vagare con un’orda di nanerottoli a cercare di procurarmi il diabete tra gelatine di frutta e biscotti al cioccolato.

Ma il motivo di questo post non è discutere sul fatto che Halloween mi piaccia o meno, il mio ragionamento è sull’urgenza che si avverte nei post di molti amici su twitter e facebook di uscire a tutti i costi fuori dal coro. Il conformismo degli anticonformisti. Prevedibile come il finale di un film della Disney. In un anno in cui nella mia vita si sono sgretolate certezze, in cui ho perso amici e persone importanti, credo di avere imparato una cosa: non si può rincorrere il consenso. L’anticonformismo oggi rischia di essere questo: non è più mettere i baffi alla Gioconda o cagare dentro ad un barattolo e poi esporlo alla Biennale.

L’anticonformismo oggi, quello ostentato su facebook, è tirare come una molotov un post contro il cantante commerciale, o il politico che tutti odiano, o la squadra di un altro. Anticonformismo significa letteralmente “non assumere la stessa forma”: eppure questi post, queste battute polemiche, sono sempre conformi l’una alle altre.
Vedete, in un Italia in cui tutti amavano Alberto Sordi, il Nanni Moratti che gridava “ve lo meritate Alberto Sordi” era sì una voce fuori dal coro. Specialmente perché osava dirlo dallo schermo di un cinema. Proprio dove Alberto Sordi giocava in casa. Ma in un mondo in cui sono centinaia i post contro Gigi D’Alessio, qual è la necessità del centounesimo?

Stasera non ho festeggiato Halloween, stasera ho guardato X-Factor e credo di aver fatto una cosa abbastanza fuori dagli schemi, almeno per me: mi sono fatto un thè. Con i wafer. Ma non lo dite ai miei amici di facebook, loro credono che io sia un anticonformista.

PS. Vi invio questo post dopo alcuni mesi da quando lo scrissi, non per essere anticonformista ma perché mi sembrava quantomai attuale e, oggi, forse ancora più azzeccato.

Giampiero Cito

Giampiero Cito è amministratore e direttore creativo di Milc, agenzia di comunicazione pubblicitaria di Siena. Tra i suoi clienti ci sono il Gruppo Montepaschi, Estra Energia, Coop Centro Italia, Fondazione Sistema Toscana, Sixtus. È coautore del libro "Mad in Italy. Quindici consigli per fare business in Italia. Nonostante l'Italia." Ed. Rizzoli Etas. Insegna al Master in Comunicazione d'Impresa dell'Universitá di Siena.

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