Ho visitato Roma per la prima volta nel 1987 insieme ai miei genitori e di quella rapida vacanza ricordo solo i miei che insegnavano a me, settenne, il nome dell’hotel a memoria, in caso mi perdessi.
Per avere ricordi di tutto il resto devo saltare al 1997 quando a Roma sono stato in gita scolastica. Praticamente quattro giorni sotto la pioggia, seguendo la professoressa di italiano che non smetteva mai di parlare e di trascinare una scolaresca svogliata tra le via della capitale.
Di quella gita ricordo la visita in ai musei Vaticani e a San Pietro, che confermarono come niente prima d’ora la mia curiosità per le opere monumentali e il mio totale disinteresse per tutta la componente immaginaria e religiosa che finge di ispirarle.
Sono poi tornato a Roma nel 2004 con alcuni amici e poi nel 2007 quando ho conosciuto Alessio. Da allora visito Roma con una buona regolarità e ogni volta è una buona occasione per mangiare bene, fare tante foto e lasciarmi trascinare in terribili scorribande motociclistiche nel traffico capitolino.
Alessio ha l’incredibilie capacità di riuscire a convincermi ogni volta che sia cosa buona e giusta attreversare la capitale sul suo mezzo a due ruote, naturalmente come suo terrorizzato passeggero.
Tra le altre abitudini che ho a Roma ci sono gli arancini e i cannoli di Dagnino in Galleria Esedra, il gelato da Giolitti e i tonnarelli cacio e pepe da Antica Roma.
La vita notturna di Roma l’ho conosciuta insieme a Livia, ma questa è un’altra storia e merita un post tutto suo in futuro. Forse.
A Roma, insieme a Simone, nel 2008 ho prodotto un tributo a Fifty People One Question, e ogni volta che passo in Via Nazionale ricerco il punto esatto in cui abbiamo passato uno dei pomeriggi più divertenti della nostra vita.
L’ultima volta che sono stato a Roma ho fatto questa foto in Piazza Navona. Forse una delle mie migliori foto di sempre, nella città più complessa che io abbia mai visitato e dalla quale mi sento così attratto e respinto allo stesso tempo. Forse un giorno ne capirò il motivo.