“Avrete tutti i cani francesi che vorrete”
S. Coppola, 2006
Oh, io lo dico: a me Sofia Coppola piace. Pur non avendo particolarmente apprezzato Somewhere e non avendo ancora visto l’ultimo di Cannes, la figlia di tanto padre ha fatto cose che mi sono sempre piaciute molto. Ma forse è un problema mio, ché ancora mi ostino a credere che la mia seconda media risalga più o meno a due o tre settimane fa invece che a dieci, quindici, sedici anni fa.
A quanto pare però è un problema che posso condividere con la Coppola, visto che nel suo primo cortometraggio in veste di sceneggiatrice e regista la figlia di Francis Ford pone le basi per quelli che saranno i suoi prossimi film. E sì, parte proprio dalla seconda media, dalle “belle della classe”, dalle rivalità tra ragazzi e ragazze, dai bulli, dai piani folli finiti male.
Lick The Star è un cortometraggio del 1998, girato in bianco e nero all’interno di una scuola americana come quelle che abbiamo visto mille volte nei film. Racconta di Chloe, “la regina della seconda media” che progetta di avvelenare i ragazzi della sua scuola mettendo veleno per topi nel pranzo. Il piano ovviamente fallisce e Chloe, da “queen of seventh grade”, diventa “quella che passerà l’ora del pranzo da sola in biblioteca”.
Un anno più tardi la Coppola avrebbe firmato Il giardino delle vergini suicide, poi Lost in Translation, poi Marie Antoinette. Descrive un ciclo, dal periodo della scuola quando sei stretto tra regole e vincoli ma dentro sei libero al passaggio all’età adulta, quando cominci a sentire il peso delle responsabilità e ti senti un po’ grande e un po’ no e non vuoi deludere le aspettative di chi ti sta accanto. Il tutto raccontato con la leggerezza di un videoclip, che siamo pur sempre tutti diventati grandi con Mtv mica per niente.