L’altra faccia del talento

Metti il caso di nascere con la sfortuna di essere Leonardo Di Caprio: una vita a combattere con chi si ostina a pensare che, solo perché ti è toccata in sorte quella faccia da bambino bello e buono, tu sia per forza, per sempre, un bambino bello e buono. Con la fatica, ad ogni film, ad ogni intervista, di dover fare affondare il ricordo del fatto che sei stato sul Titanic. Ogni giorno.

Ecco, per me Di Caprio rappresenta l’altra faccia del talento. Quella di chi, nonostante un percorso apparentemente in discesa, si trova costretto a rincorrere se stesso. Come se un dono del destino, fosse qualcosa di cui farsi perdonare.

Il talento te lo ritrovi in mano come una bomba alla quale hanno tolto la sicura. E sono in molti quelli che, per la paura di quell’ordigno pericoloso che si sono ritrovati tra le mani, saltano per aria in una nuvola che dopo pochi minuti, nessuno nota piú.
L’altra faccia del talento, per me, non è Messi, è Paolo Maldini: talmente facile per lui essere bravo che è stato costretto ad esserlo per davvero, per tutta la sua carriera. Fino all’ultimo giorno, quando i suoi tifosi lo salutarono con un tiepido applauso e anche qualche fischio.

Nella nostra povera Italia di questi ultimi mesi, dove l’outsider diventa leader e dove l’attenzione di pubblico, media e politici si concentra sulla rincorsa all’esserci per rimanere e non per fare meglio, cambiare veramente le cose sembra una sfida impossibile anche solo da gestire. Figuriamoci da vincere.
Nonostante tutto, nonostante i valori portino da un’altra parte, in questa povera Italia chi ha talento, quello vero, ha il dovere di tirarlo fuori, di combattere per dimostrare che non ci sono strade in discesa. O per lo meno, non ci sono discese cosí lunghe da consentirti di campare di rendita. Quello che possiamo fare noi, persone che dal talento, anche quello di Di Caprio, siamo affascinati, è difenderlo, sostenerlo, schierarci da quella parte lí. Anche semplicemente attraverso un voto, un pensiero da condividere sul proprio posto di lavoro a spada tratta, o anche attraverso un breve post che parla di questo. A chi vuole cambiare le cose resta difficile allinearsi. Ma sarebbe mortalmente colpevole chi, solo per non allinearsi, non si battesse per tutelare chi ha i numeri ma il mondo non gliene rende merito. Solo perché quei numeri se li è ritrovati in mano per fortuna. Come una bomba pronta ad esplodere.

Giampiero Cito

Giampiero Cito è amministratore e direttore creativo di Milc, agenzia di comunicazione pubblicitaria di Siena. Tra i suoi clienti ci sono il Gruppo Montepaschi, Estra Energia, Coop Centro Italia, Fondazione Sistema Toscana, Sixtus. È coautore del libro "Mad in Italy. Quindici consigli per fare business in Italia. Nonostante l'Italia." Ed. Rizzoli Etas. Insegna al Master in Comunicazione d'Impresa dell'Universitá di Siena.

Lascia un commento

Your email address will not be published.