Ieri è stata la serata di #IQNF, cioè di #InQuestaNotteFantastica, cioè di #LorenzoNegliStadi. Vabbè, praticamente hanno mandato in onda, su Rai1, un collage dei migliori momenti del tour estivo di Lorenzo Jovanotti, tenutosi negli stadi d’Italia.
Tutto questo ha avuto un risalto enorme sia per l’aspettativa che @LorenzoJova ha saputo creare in rete, pubblicando sul web dei piccoli video amatoriali denominati “brevi promo non autorizzati del programma”. Ha funzionato alla grande. Credo che Rai1 ieri abbia fatto il botto di share. Una serie di concerti stupendi, energia pura quella che Lorenzo sa trasmettere, e un’operazione di comunicazione esemplare per ogni settore. Dagli eventi alla politica. Ecco, appunto. È qui che si aprono un pò di considerazioni.
Prendo spunto da questa considerazione dell’amico Antonio Lupetti, postata questa mattina sul proprio profilo Facebook.
Antonio chiede quanto possa essere costata un’operazione del genere messa su dalla Rai. Facendo notare che la Rai è un’azienda che utilizza soldi pubblici per la produzione dei contenuti che manda in onda. E aggiunge, che essendo la Rai un’azienda con un buco di 240 milioni di Euro, non dovrebbe fare operazioni di product placement mascherate da eventi di chissà quale genere, soprattutto se il ritorno non andrà a coprire le spese sostenute per la produzione.
Ora, a me personalmente Lorenzo fa impazzire. Lo seguo dal quando andava a fare i giri con La sua moto, e diciamo che ci son salito dietro tante volte per evadere dall’ombelico del mondo che tante volte mi va anche un pò stretto. Poi, sul suo penso positivo, ci ho fondato la mia filosofia di vita. Attenzione però, è quel pensare positivo perchè ci credo. Pensare positivo in quel che credo. E in tante cose non credo.
Messi da parte i costi che ha sostenuto l’azienda Rai per un’operazione di questa portata, che se non fosse in passivo apprezzerei davvero, non credo che la questione si fermi qui.
Lorenzo ha apertamente dichiarato di appoggiare Renzi nella sua candidatura al capo del PD. Di conseguenza in un’ eventuale corsa al capo del governo.
Io credo che questa grande operazione, come potete leggere dal commento a caldo rilasciato sotto il post di Antonio, sia stata una grossa campagna elettorale in prospettiva. Approfondisco riprendendo il commento: La Rai è un’azienda statale che opera con i soldi pubblici, con i soldi nostri. Altra organizzazione che opera con i soldi pubblici è la più grande del nostro paese, il governo. Essendo l’azienda Rai in esclusivo uso del governo, questa decide quella che possiamo chiamare la linea editoriale. Senza entrare nel merito delle condotte scorrette di tanti editori, dalla Rai non dovrebbe trapelare un collegamento diretto tra i contenuti mandati in onda e idee politiche che possano condizionare le decisioni della massa. Il problema sta nel fatto che la televisione è da sempre, e continua ad esserlo anche ai giorni nostri, il media con maggiore influenza sulle masse. Essendo di per sé lo strumento più popolare per impatto e facilità d’accesso.
Dal mio punto di vista, Lorenzo è stato usato come testimonial della futura (ma anche presente) classe dirigente politica nascente. A motto di possiamo farcelaaaa, ieri sera ha indotto milioni di italiani a quella inspiegabile e necessaria positività che in certi momenti storici è l’unica speranza sulla quale il popolo può aggrapparsi. Il popolo domani rivedrà, ricorderà, rivivrà, si aggrapperà alle emozioni generate nella serata passata sul proprio divano ascoltando le energiche e talvolta sentimentali note del cantante, e appoggerà quelle figure politiche che sulla stessa lunghezza d’onda, magari propri usando lo stesso slogan, prometteranno i tanto decantati cambiamenti di cui il paese ha bisogno. Insomma una grossa campagna elettorale. Di sicuro una grande operazione di comunicazione politica. Un ritorno di immagine per l’artista (personal branding) che comunque dimostra di schierarsi apertamente, che è da apprezzare, con chi promette di cambiare questo paese, offrendo uno spettacolo emozionante.
Insomma, nulla in contrario contro l’artista, anzi. Nulla in contrario neanche nei confronti di quella politica che in ogni caso ha capito le dinamiche della vita nelle quali deve calarsi, e che usa il verbo comunicare prima di ogni altro. Qualcosa in contrario solo contro la poca trasparenza della Rai, quindi dello stato, che ancora una volta usa a piacimento gli strumenti che ha a disposizione ritenendo l’utente, l’elettore, l’ultima ruota del carro sempre e solo da indirizzare verso i binari che stabiliscono dall’alto.
Anche perchè, diciamocelo: per rispondere alla domanda di Antonio, se Lorenzo avesse chiesto il cachet dovuto per uno spettacolo di questa portata, con un’operazione promozionale molto ben curata a corredo, considerando le misere pubblicità andate in onda e lo share che ad oggi, in questo periodo di crisi, conta relativamente perchè gli investimenti saranno comunque limitati, beh la risposta è no. A mio avviso i nostri soldi sono serviti a passare un paio d’ore in relax, ma non hanno fruttato.