Nessuno scrive al socialcoso

Io di caffè quasi non ne bevo. Arrivederci e grazie . 🙂
Scherzi a parte, ne bevo pochissimo. Se e quando lo faccio, è perché sono in compagnia di qualcuno cui non posso o non voglio dire di no, perché è una persona cui tengo, in qualche misura. In quei rari casi, quel caffè mi sembra buonissimo, nonostante mi dicano la solita vecchia banalità “tu prendi lo zucchero col caffè…”. In quelle occasioni mi capita di chiedermi perché io ne beva così pochi. Poi lo capisco: detesto i riti obbligatori, tanto più quelli collettivi, detesto le abitudini, i vizi. In effetti non fumo, non faccio uso di nessuna sostanza, non prendo farmaci se non assolutamente indispensabili o dietro minaccia.

Però il caffè mi affascina. Mi piace il suo odore, il colore, la sensazione che lasciano sulle mani i chicchi appena tostati, le vecchie macchine da bar, le vecchie caffettiere, quelle con la parte inferiore in ceramica, i barattoli in latta. Mi piace il mondo del caffè, ecco, forse proprio perché lo vivo da “esterno”, da imbucato, in qualche misura.
Bene, ora sapete perché sono passato di qui, in questo salotto, su invito del buon Luca Carbonelli ma con sufficiente convinzione per dire che ci tornerò spesso, a Luca e a voi lettori piacendo. Per far cosa? Per chiacchierare di caffè e di altre adorabili quisquilie, così marginali da essere fondamentali per la sopravvivenza e per la cultura del genere umano. Pensate che per sei anni ho avuto una fidanzata a Napoli; figuratevi che stima potessero avere per la mia scarsa vena caffeinomane, ma ho sempre rimediato con un profondo rispetto per questa bevanda.

Molte delle più grandi decisioni di questi ultimi secoli sono state prese proprio davanti a un caffè, fonte di ispirazione, complice di collaborazione e creatività, compagno quotidiano di milioni di persone, tra cui quelle che decidono le sorti di tutti gli altri, le loro mode, i loro stili di vita, talvolta addirittura il loro futuro. Si può fare a meno di cantare le lodi del caffè, se si pensa a questo?
Tra le tante cose cui il caffè mi fa pensare ho anche un aneddoto. Avevo meno di vent’anni, ero nella segreteria del congresso nazionale di una associazione e con un collega abbiamo ordinato un caffè per il buon Vincenzo Muccioli, fondatore della Comunità di San Patrignano e ospite del congresso. Era un omone che faceva impressione, quasi paura e nel guardarlo parlare… gli ho versato nella tazzina non so quanti cucchiaini di zucchero, tanto da doverlo bloccare prima che lo bevesse, chiedendosi magari perché traboccava. Ecco, la mia personale “battaglia” col caffè forse è iniziata proprio da lì.

Nel lasciarvi voglio regalarvi un breve estratto da uno dei mie romanzi preferiti: Nessuno scrive al colonnello, di Gabriel Garcia Marquez, che reputo senza dubbi il più grande scrittore del ‘900. “Il colonnello aprì il barattolo del caffè e si accorse che ne era rimasto appena un cucchiaino. Tolse il pentolino dal focolare, rovesciò metà dell’acqua sul pavimento di terra battuta, e con un coltello raschiò l’interno del barattolo sul pentolino finché si distaccarono gli ultimi rimasugli di polvere di caffè misti a ruggine di latta”. Scommetto che per lui, il colonnello, quell’ultimo caffè fosse il più buono che si possa immaginare.

A presto…

Claudio Gagliardini

Google Plus unofficial evangelist :)
Mi occupo di Web Marketing e comunicazione online per aziende, organizzazioni e professionisti, sono un esperto di Social Media Marketing (SMM), Search Engine Marketing (SEM) e Search Engine Optimization (SEO), Web Copywriting e Digital PR.
Progetto e curo strategie di Comunicazione & Marketing online, con particolare riferimento ai settori del Turismo, Food, Automotive e Real Estate. Tra le altre attività sono un Blogger e (a tempo perso) qualcosa di simile ad uno scrittore.

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