Non accontentarsi del caffè solubile

“Io compro sempre roba costosa perché quando la bevo voglio gustarla”
Quentin Tarantino, Pulp Fiction, 1994

Quentin Tarantino è uno che non (si) risparmia. E non soltanto nel budget dei suoi film:
le cronache cinematografiche raccontano che, pur di convincere una reticente Uma Thurman ad accettare la parte di Mia Wallace, il regista di Knoxville abbia passato un’intera serata a leggerle il copione per telefono, finché non accettò.

Qualche anno più tardi, pur di avere la futura mamma Uma nella parte della Sposa, in Kill Bill, Quentin aspettò che l’attrice partorisse e si godesse i primi mesi accanto al figlioletto prima di tornare davanti alla macchina da presa.

E il discorso sul caffè del cazzutissimo Jimmie Dimmick sembra quasi voler riassumere una specie di filosofia del “fare le cose come vanno fatte”. E a persone così, non c’è proprio bisogno che andate a dire che il loro caffè è buono.

 

Valentina Spotti

Nasce nel 1984 e vede per la prima volta una pagina web sul finire degli anni Novanta: ci rimane male perché si immaginava chissà cosa. Poi vennero i blog, i social network e YouTube, soprattutto YouTube, dove ha perso innumerevoli ore di sonno e studio saltando di video in video, ma che alla fine le ha regalato una bella idea per una tesi di laurea su reputazione e audiovisivi. Oggi è contributor per Tech Economy e lavora
come web editor per uno dei maggiori portali italiani di informazione
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