Ho visto C’è Posta per Te quando avevo 14 o 15 anni. Era la fine degli Anni Novanta, avevo appena ricevuto in regalo il mio primo collegamento a Internet (un abbonamento di tin.it per 40 ore di navigazione, una cosa commuovente) e l’idea di chiacchierare con uno sconosciuto in una chat, raccontargli i miei pensieri e le piccole cose di ogni giorno mi sembrava decisamente affascinante. In realtà lo era, e non solo per me.
Passata l’infatuazione – e in realtà è stata più lunga di quanto sarebbe stato saggio – è rimasta Meg Ryan. Che si era portata dietro un amico, Billy Crystal. Praticamente si può dire che è stato un Valentina ti presento Harry e Sally e adesso-facci-tu-i-conti-con-loro.

Ho sempre pensato che Harry ti presento Sally fosse un film da far vedere nelle scuole. Alle medie, insieme a L’attimo fuggente e a Quarto potere. Perché la storia di Harry e di Sally non è rocambolesca, tormentata o comica. O per lo meno, non lo è più di mille altre relazioni giù dal grande schermo. Al di là del lieto fine, che può esserci oppure no, quel film mette in mostra una parte piccola, ma reale, dei rapporti tra gli esseri umani.
Per chi vede i rapporti in scala evolutiva, si può dire che ognuno di noi è immerso in un brodo primordiale da cui possono emergere relazioni che diventano poi si evolvono nel corso del tempo e che possono diventare anfibi, rettili, e poi uccelli e mammiferi. Qualche volta arriva un meteorite che spazza via tutto e fa terra bruciata. Ma ci sono casi dove qualcosa sopravvive nonostante tutto, nonostante il tavolino da caffè che non ci piace o una litigata di troppo.
Nora Ephron, che di Harry ti presento Sally ha scritto la sceneggiatura, se n’è andata il 26 giugno 2012, malata di leucemia. Senza saperlo mi ha insegnato una cosa: che quello della “commedia romantica” è solo uno dei tanti modi possibili di vedere le cose.