Quando non sai cos’è, è jazz

Quella questione dei quadri, in Novecento, che stanno là da sempre poi chissà perché e per come, se in accordo col chiodo o no, ad una certa ora di un dato giorno Fràn, e vanno giù. Quella questione è stupenda. Spiega l’inspiegabile. Cioè non lo spiega. È inspiegabile. È il respiro rilassante dell’inspiegabile. È stupenda.

Quello è uno dei “miei” libri, e quella cosa dei quadri è una di quelle che più sento mie. Quelle righe che vai a rileggere ogni tanto in momenti differenti con stati d’animo differenti. E ogni volta si adatta differentemente ma a meraviglia ai momenti che stai vivendo. Come la musica. Tutti abbiamo delle cose che sentiamo nostre. Tutti abbiamo una musica nostra.
Stasera al salotto schiaccio play, leggo libri e osservo quadri.

Tante volte mi sono chiesto se il chiodo ha effettivamente un’anima. Una ragione. La forza ce l’ha per certo: prima dirompente da vincere un muro, poi sempre più decadente, vinta da quello stesso muro. Ma l’anima e la ragione non lo so. Non credo. Non ce lo vedo un chiodo commuoversi o far commuovere, o discutere. Non penso. I quadri, invece, dando per certo che un’anima e una ragione ce l’hanno – io sono uno che col quadro ci parla se ha qualcosa da dirmi. E no, non sono pazzo. E si mi lascio pure commuovere di nascosto se capita -, mi sono sempre chiesto se avessero anche quella forza fisica che a un certo punto li riesce a far scavalcare la capocchia del chiodo e venir giù. Mi sono sempre risposto no. Ho sempre voluto pensare che quando un quadro viene giù, se non è per la forza del chiodo che viene meno, allora è per la forza d’animo del quadro. Forza d’animo. Che non è la forza fisica del chiodo. È la potenza dell’anima del quadro. Un’anima talmente viva da mettersi in moto. E questo sodalizio tra la forza del chiodo e l’anima e la ragione del quadro, l’ho sempre visto come qualcosa di perfetto. Irrazionalmente perfetto. Forza, anima e ragione in un incastro prescritto. Specie quando Fràn, e termina. Fràn, e si trasforma. Come la perfetta struttura musicale e armonica che mentre racchiude in sé un’opera classica, all’improvviso Fràn e… Jazz.

E cambia il battito di chi guardava quel quadro. Cambia il battito di chi ascoltava quella musica. Reazioni. Emozioni. Entra in gioco il cuore. Si chiude il cerchio e Fràn. È jazz. E spiega tutto. È continua arte e musica negli occhi di chi guarda e ascolta.

Chagall. Matrimonio.

Luca Carbonelli

Imprenditore, esperto di Marketing ed ecommerce, con particolare preparazione nella gestione della piattaforma Amazon. Dal 2004 gestisce l'azienda di famiglia, la Torrefazione Carbonelli s.r.l. di cui è fautore della trasformazione digitale che le ha permesso di imporsi nel mercato online come punto di riferimento del made in italy nel settore food & beverage.
È consulente esterno in gestione aziendale, trasformazione digitale, marketing e comuniaczione; ecommerce, Amazon. Effettua corsi di formazione in management delle pmi, maketing, digital marketing, ecommerce, gestione della piattaforma Amazon. È autore di "Falla esplodere. Come una piccola impresa può affrontare la trasformazione digitale".

Impegnato nel sociale, è stato per 5 anni vice presidente del gruppo giovani della CNA (confederazione nazionale artigianato).

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