
Due anni fa ho deciso di accettare una proposta di lavoro e di trasferirmi a Vienna. Se per alcune culture è totalmente normale migrare durante la propria vita, per il popolo italiano è molto più normale nascere, vivere e morire nella stessa città. Specialmente se in provincia. E proprio dalla provincia vengo io, quindi al momento della partenza, quando spiegavo ai miei amici le ragioni della mia scelta ricevevo sempre le stesse tre domande:
come farai con il mangiare?
come farai senza il mare?
come farai senza caffè?
Col “mangiare” me la cavo molto bene perché ho scoperto che, considerando sette miliardi di abitanti sul pianeta di cui solo sessanta milioni di anime sono in Italia, restano seimiliardinovecentoquaranta milioni di persone che mangiano quotidianamente (ok un buon terzo di loro non proprio quotidianamente). E poi alla fine un piatto di pasta me lo so cucinare quindi il problema non esiste.
Il punto due è difficile da spiegare per chi non è Romagnolo ma ci provo lo stesso. Il mare, per il maschio romagnolo, in particolare se Ravennate, è qualcosa di metaforico. Non è il mare della Sardegna, dove si nuota o si fa il bagno, non è lo stesso mare dei marinai attraverso il quale si raggiungono mete esotiche. Non è neanche l’OceanoMare di Baricco. Il mare per il Ravennate è la sabbia di Marina di Ravenna e i campi da racchettoni. Poi è vero, allontanandosi dagli stabilimenti c’è anche dell’acqua, la in fondo, ma è torbida e melmacciosa quindi meglio stare dove si gioca a racchettoni e si beve la birra. Dato che la birra si trova anche in Austria, il problema è stato brillantemente ignorato.
Pensavo fosse facile risolvere anche il problema numero tre, quello del caffè. Dato che Vienna è la città dei caffè storici, presumevo che anche la bevanda fosse degna di tale fama. E invece no, il caffè che si trova a Vienna è una strana brodaglia, più simile al mare ravennate, torbido e melmaccioso, che non alle mie rosee aspettative.
Ma con mia grande sorpresa, pochi giorni dopo il mio trasferimento nella capitale austriaca, ho ricevuto un pacco di incoraggiamento dal mio amico Luca Carbonelli e ho risolto felicemente il problema di adattamento.
Ho deciso di accettare l’invito ad accomodarmi in questo salotto. Non per necessità di compiacimento ma per il piacere di contribuire al progetto di qualcuno che stimo e che volente o nolente è entrato a pieno titolo nei casi di studio delle mie presentazioni sul marketing contemporaneo.
Non ho la minima intenzione di parlare di marketing però, per quello ci sono altri luoghi, qui vi racconterò i miei viaggi attraverso le mie fotografie, così mi rilasso mentre bevo il caffè.
Rilassatevi anche voi e prendetevela comoda, ne vale sempre la pena.
Foto Credit: Lisa