Schettino, i formatori e la spettacolarizzazione

Il fulcro di questo post non vuole essere la posizione di Schettino, in via di giudizio per i fatti legati alla tragedia della Costa Concordia, bensì i criteri con cui vengono selezionati relatori, commentatori, ospiti a convegni universitari, conferenze, manifestazioni pubbliche spesso trasmesse via etere.

Schettino, i formatori e la spettacolarizzazione

Ripercorrendo un po’ la questione, stamattina viene lanciata la notizia che il comandante Francesco Schettino avrebbe tenuto una lezione all’università La Sapienza, in gestione del controllo del panico. Da lì il putiferio sui social, l’indignazione della massa (me compreso) i cui membri, talvolta a ragione, talvolta per il solo gusto di riempire l’argomento anche con la propria firma, ne hanno dette di tutte, almeno fino a quando su wired viene pubblicata un’ottima rielaborazione dell’accaduto. Da questo momento la massa cresce. Ci si aggregano anche tutti quelli che erano stati in silenzio fin a quel punto, per spararne di ogni contro chi aveva frettolosamente giudicato senza approfondire la notizia. Il fuoco però era già divampato, quindi è arrivata la doverosa, e a mio parere apprezzabile, presa di posizione de La Sapienza ad opera del Rettore Frati, poco dopo quella del ministro Giannini che definisce l’accaduto “un fatto sconcertante” che punta il dito contro la spettacolarizzazione di fatti tragici anche all’interno di un contesto accademico. Intanto il prof. Mastronardi organizzatore del seminario in questione in Scienze criminologico-forensi “Dalla scena del crimine al profiling”, dopo essere stato deferito dal rettore, fa sapere che lui non era a conoscenza della presenza dell’intervento di Schettino, e che l’ ospitata del comandante è stata una sorpresa; cosa smentita dalle locandine che i giorni precedenti al seminario lo promuovevano, sulle quali, per giunta, il Prof. aveva lasciato il logo dell’università.

Il ministro Giannini ha centrato probabilmente il punto del discorso parlando di inadatta spettacolarizzazione della tragedia. Il fatto è che fino a questo punto le avevamo incontrate, le tragedie, o peggio i responsabili delle tragedie, in contesti mediatici nei quali, la reazione dello spettatore è molto connessa alla sua emotività, e la professionalità del giornalista-autore strettamente connessa all’etica con la quale tratta i temi in questione. Penso alla partecipazione del boss della camorra, “pentito”, Carmine Schiavone alla trasmissione Linea Gialla condotta da Salvo Sottile. Oppure all’intervista esclusiva di mediaset allo zio di Avetrana, Michele Misseri. In entrambi i casi, personalmente sono stato indignato non dai giornalisti – i quali credo abbiano professionalmente svolto dei servizi informativi e di approfondimento soggetti anche alla spettacolarizzazione mediatica dello scoop – ma dalle possibilità che le istituzioni danno a detenuti, pluricondannati, in caso di Schiavone, o in attesa di giudizio per omicidio, relativamente al Misseri all’epoca dell’intervista, di poter effettuare dichiarazioni sui fatti per i quali sono stati condannati, in totale autonomia.

Differente fastidio ho provato questa mattina alla notizia dell’intervento di Schettino ad un seminario formativo. In questo caso l’autore della messa in scena è un docente, un formatore. Lo spettatore è lo studente. Non si tratta di un’azione informativa nei confronti di spettatori, tantomeno di azione mediatica. E soprattutto lo spettatore, lo studente, non ha potuto scegliere col telecomando quale soggetto ascoltare. Trattasi di un seminario rivolto a studenti universitari. Trattasi di relazione a fini formativi, tenuta da un signore in attesa di giudizio per omicidio colposo.

Ora lungi da me paragonare Schettino a Misseri o Schiavone, ma la dinamica di spettacolarizzazione è molto simile. Ancor peggio, in questo caso è sviluppata da un professionista responsabile della formazione e della preparazione di giovani universitari che sono il nostro futuro. Per questo ritengo sia giusta la ferma posizione del rettore e del ministro, e i provvedimenti nei confronti del docente, in quanto non può essere fatto passare il messaggio che le persone più idonee a formarci su aspetti tecnici ed emotivi di una tragedia possano essere gli stessi protagonisti in negativo di queste tragedie. Credo che il paese sia ricco di esperti competenti e professionalmente pronti che possano commentare tecnicamente fatti che hanno seguito forse più lucidamente dall’esterno. La spettacolarizzazione deve restare, sempre nei limiti dell’etica e della sensibilità dei fruitori, ed in contesti idonei allo spettacolo, che non sono gli atenei universitari.

 

Luca Carbonelli

Imprenditore, esperto di Marketing ed ecommerce, con particolare preparazione nella gestione della piattaforma Amazon. Dal 2004 gestisce l'azienda di famiglia, la Torrefazione Carbonelli s.r.l. di cui è fautore della trasformazione digitale che le ha permesso di imporsi nel mercato online come punto di riferimento del made in italy nel settore food & beverage.
È consulente esterno in gestione aziendale, trasformazione digitale, marketing e comuniaczione; ecommerce, Amazon. Effettua corsi di formazione in management delle pmi, maketing, digital marketing, ecommerce, gestione della piattaforma Amazon. È autore di "Falla esplodere. Come una piccola impresa può affrontare la trasformazione digitale".

Impegnato nel sociale, è stato per 5 anni vice presidente del gruppo giovani della CNA (confederazione nazionale artigianato).

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