Solo cinque minuti

Prendimi la mano,
prendimi il braccio bianco,
prendi il desiderio delle mie spalle strette
Edith Södergran

Piove, fa freddo. Dovrei fare delle cose ma non ho voglia. Girello su YouTube e ritrovo questo film c’è tutto, intero. Non posso fare a meno di ricordare episodi di amici  – ma forse erano leggende metropolitane – che hanno cercato di noleggiarlo in videoteca e si sono sentiti rispondere che non tenevano film per adulti. Solo cinque minuti – mi dico. Un’ora e mezza più tardi scorrono i titoli di coda.

Fucking Amal racconta quanto sia complicato, a volte, diventare grandi e accettarsi per quello che si è. O per quello che non si vuole diventare. Come Elin, che sogna di diventare una modella, ma anche psicologa, ma che più di tutti ha paura di diventare come sua madre.  O come Agnes, che di paura di essere diversa non ne ha, ma di essere ferita sì, e anche tanta.

Ma più di ogni altra cosa, Fucking Amal è un inno all’amore adolescenziale, quello che non ti guarda in faccia, che ti prende, che ti lascia e che ti fa diventare grande.

Valentina Spotti

Nasce nel 1984 e vede per la prima volta una pagina web sul finire degli anni Novanta: ci rimane male perché si immaginava chissà cosa. Poi vennero i blog, i social network e YouTube, soprattutto YouTube, dove ha perso innumerevoli ore di sonno e studio saltando di video in video, ma che alla fine le ha regalato una bella idea per una tesi di laurea su reputazione e audiovisivi. Oggi è contributor per Tech Economy e lavora
come web editor per uno dei maggiori portali italiani di informazione
2.0

Lascia un commento

Your email address will not be published.