Un voto a capa di cazzo tra cazzari e cazzate. Le elezioni italiane 2013

Non lo so. Sono proprio confuso. Spaesato demotivato. Credo sia stata la prima volta che nell’attimo del voto non avevo alcuna emozione. In questo momento le tv mandano in onda solo numeri e delle percentuali, e il tempo che scorre.

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C’è un 29%, un 28% e un 25%. Tutti seguiti da una virgola e altri numeri. Poi c’è un 10%, un 1% e un pò di zerovirgola. Sempre percento.

Dall’altra parte c’è un Laz 2-0 Pes 47:34 e trentacinque e trentasei. Si, perché a un certo punto è stato più interessante ascoltare una monotona telecronaca di una partita di cui non me ne fregava una beneamata mazza, piuttosto che continuare ad ascoltare giornalisti incompetenti e mercenari, che fanno sentire importanti un mix di vecchi uomini falliti e vecchi uomini esaltati.

E in mente ho i numeri che il direttore di banca mi diceva oggi. Anche quelli con quel percento ballerino un pò ovunque.

Sono proprio scazzato. Demotivato. Apatico e grigio. E credo che mi sento come tutti quegli italiani che in questo momento stanno odiando tutti quei numeri.
Intanto la partita è finita. Le elezioni pure. Si sa già che tra qualche mese questa partita farà quasi sicuramente parte di un nuovo scandalo scommesse, e che queste elezioni faranno parte di un passato da cui rinascere. E nel frattempo siamo la solita Italietta del passatempo col menopeggio.

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Un uomo anziano che ha governato per vent’anni e che è stato ridicolizzato dall’europa e dalla sua egomania.

Un’altro uomo anziano cresciuto professionalmente come secondo di tutti, tanto che anche ora, che una manciata di quei percenti lo porta avanti a tutti, non può sentirsi comunque un vincente, anzi.

Un anziano professore che ha governato tecnicamente un paese per l’ultimo anno, e che sembra passato dalla cattedra ai banchetti di scuola a fare un pò di casino tra tutti i compagni monelli.

Un ex giudice di mezza età che inneggia ad una pigra rivoluzione, colorandola di arancione. bah, appoggiato, poi, e questa mi riguarda da cittadino, dal sindaco di una città, come Napoli, che ha più di tre milioni di abitanti. E insieme riescono ad arrivare ad un miserissimo 1%. Bravi, come direbbe De Magistris: “avete scassato“. E a ognuno la propria accezione.

Un altro uomo sulla cinquantina che da intellettuale si improvvisa politicante, mortificato nella dignità, perché tra i bimbi monelli è quello che dice le bugie e deve chiedere scusa con le orecchie d’asino, perché l’ intelletto è tale si, ma i suoi tanti titoli sono tutte balle.

Un signore con la “zeppola in bocca” che nel duemilatredici, e dico nel duemilatredici, riesce a salire alla ribalta perché promotore dei diritti degli omosessuali. Nel duemilatredici. Bah, magari nel duemilatredici, alla gogna dovrebbero esserci gli omofobi, e non alla ribalta le persone normali.

Ma infine, ed è qui che mi soffermerei qualche riga in più. Un anziano comico che appoggiato da uomini di spettacolo e dal seguito che tutti questi hanno sul web -perché ormai tutti si parla di web- riesce a diventare la terza forza del paese, senza alleanze, e alla prima esperienza. Si vanta la forza del Movimento 5 stelle. E ora che è finita magari ci si vorrebbe sperare davvero. Ma attenti, vi prego attenti. Quell’ “abbiamo scassato” del napoletano sindaco arancione, pure nacque da un movimento cresciuto online. Tra i giovani. Tra gente con le palle piene e le tasche vuote. Ma oggi, a due anni da quelle elezioni, quello stesso movimento non è cresciuto, anzi, possiamo con certezza affermare che si è ritirato e non poco. Quel grande entusiasmo è scemato. I grandi cambiamenti Inesistenti. E permettete se ho dei seri dubbi su chi ha sempre rifiutato l’attuazione dell’espressione più Social della vita: il confronto con le altre idee sia politiche che critiche.

Qui ad una speranza bisogna aggrapparsi. Ci toccano ancora le esaltazioni delle urla scazzate di un popolo frustrato? La vittoria della esasperazione? E ok, speriamo allora. Ma attenzione. Non parliamo di cambiamenti, di rivoluzioni. Parliamo di qualcosa. Poche cose per volta magari, iniziando a fare dopo aver parlato tanto.

Intanto un’oretta è passata mentre scrivevo sto post. Le voci in sottofondo hanno continuato a parlare tanto, e io dall’inizio della campagna elettorale, fino a fine elezioni, non ho sentito neanche l’accenno a quello che dovrebbe essere il vero motivo di voto del popolo: il programma politico.

Arrangiamoci come sempre. Qualcosa arriverà. Speriamo. Prima o poi.

Luca Carbonelli

Imprenditore, esperto di Marketing ed ecommerce, con particolare preparazione nella gestione della piattaforma Amazon. Dal 2004 gestisce l'azienda di famiglia, la Torrefazione Carbonelli s.r.l. di cui è fautore della trasformazione digitale che le ha permesso di imporsi nel mercato online come punto di riferimento del made in italy nel settore food & beverage.
È consulente esterno in gestione aziendale, trasformazione digitale, marketing e comuniaczione; ecommerce, Amazon. Effettua corsi di formazione in management delle pmi, maketing, digital marketing, ecommerce, gestione della piattaforma Amazon. È autore di "Falla esplodere. Come una piccola impresa può affrontare la trasformazione digitale".

Impegnato nel sociale, è stato per 5 anni vice presidente del gruppo giovani della CNA (confederazione nazionale artigianato).