Una tazzina di creatività

Chi mi conosce sa che non sono un appassionato di caffè, ne bevo due o tre, non al giorno, alla settimana (ma questo non ditelo a Luca Carbonelli).

Sono un grande appassionato di creatività, però, e, come vedremo tra poco, la creatività e il caffè hanno un legame sottile e fruttuoso.

Foto by Giovanni Scozzafava
Foto by Giovanni Scozzafava

Alcune delle nostre attività lavorative richiedono silenzio e concentrazione. Quando dobbiamo studiare (un testo, una norma, un nuovo software), quando dobbiamo revisionare l’avanzamento di un progetto o verificare dei conti, se ci troviamo in un ambiente tranquillo, riusciamo meglio.

Le attività creative, invece, come ideare una campagna di comunicazione, scrivere un racconto, progettare un sito web, organizzare una festa a tema, ecc., richiedono un ambiente differente.

Rattle and hum: il “brusio creativo”

Ravi Mehta, docente presso l’Università dell’Illinois, ha realizzato, nel 2012, una serie di esperimenti (pubblicati sul “Journal of Consumer Research”) per valutare l’incidenza del rumore di sottofondo sul pensiero creativo.
Sono stati coinvolti, in totale, circa 300 studenti (metà ragazzi e metà ragazze) ai quali sono stati sottoposti (in 5 differenti esperimenti) alcuni esercizi inerenti le abilità di associazioni di idee, di ideazione e di problem solving. Mentre gli studenti erano intenti a svolgere gli esercizi, i ricercatori variavano il volume e il tipo dei rumori ambientali.

I risultati non hanno lasciato dubbi: un rumore di sottofondo di circa 70 decibel, tipico di una caffetteria (o di una televisione accesa nella stanza a fianco), migliora le performance del pensiero creativo.
Rumori deboli, intorno ai 50 decibel, non producono alcun effetto, mentre quelli molto forti (vicini agli 85 decibel) tendono a distrarre troppo e ad ostacolare il lavoro.

Perché accade questo?

“Il silenzio totale”, secondo il prof. Ravi Mehta, “favorisce la concentrazione ma non agevola il pensiero creativo: quando siamo troppo focalizzati su un problema non riusciamo a risolverlo. Se ci distraiamo per qualche minuto” – continua Mehta – “quando ritorniamo, molto spesso, troviamo una soluzione creativa.”

Un moderato brusio ambientale, secondo i ricercatori dell’Università dell’Illinois, stimola la mente a superare le normali modalità di lavoro e favorisce un livello di pensiero più astratto, più divergente (“out of the box”), che è uno degli “ingredienti” del pensiero creativo.

Coffitivity: il bar nel tuo pc

Sfruttare il brusio di un bar per favorire la creatività sembra un suggerimento interessante, ma riusciamo a realizzarlo nelle nostre giornate lavorative?

Justin Kauszler e ACe Callwood, due brillanti ragazzi di Richmond, stavano lavorando al Cycle Stay (un porta bici con un sistema di sicurezza integrato) come project work finale per un Master in imprenditorialità.
Andavano spesso all’Harrison Street Cafe e il loro lavoro procedeva speditamente (avevano letto le ricerche di Ravi Mehta). Un lunedì mattina, tornati in ufficio dopo un intenso weekend di lavoro, facevano fatica ad applicarsi: “Dude, it’s too quiet in here …” confida Justin all’amico.
Chiedono al capo di poter andare con i loro pc al bar per lavorare meglio, ma il capo (come capita a volte) non glielo permette.

Dalla frustrazione nasce un’idea originale: portare i suoni del coffe shop in ufficio.
Si recano all’Harrison Street Cafe, registrano i diversi suoni (il sibilo della macchina del caffè, il mormorio delle persone che chiacchierano, i rumori di piatti e bicchieri, ecc.) e mixano il tutto.

Coinvolgono nel loro progetto stravagante anche Nicole Horton, una brava (e bella) graphic design, e Tommy Nicholas, un nerd “smanettone”.

Il 4 marzo 2012 lanciano il sito http://coffitivity.com: il primo giorno ricevono circa 100 visite, il secondo oltre 45.000 e il server va in crash. Dopo un opportuno ridimensionamento il sito si “stabilizza” su circa 1,7 milioni di visualizzazioni di pagine (e oltre 650.000 visitatori unici).

Il loro progetto desta la curiosità e l’interesse di diverse testate giornalistiche (NewYork Times, Lifehacher, Time, Inc, Ledbury, ecc.) dentro e fuori del web. Il TIME inserisce coffitivity.com tra i migliori 50 siti web del 2013.

Niente male, no?

Adesso, però, non abbiamo più scuse: la prossima volta che dobbiamo svolgere un’attività creativa ci conviene spostarci in un caffè o, in alternativa, metterci le cuffie e collegarci a coffitivity.

Giovanni Lucarelli

Sociologo, scrittore, docente universitario, mi occupo di formazione e facilitazione alla creatività e all’innovazione. Aiuto le persone, i team e le aziende a sviluppare le abilità creative (creative thinking, problem solving, ecc.) e a realizzare l'innovazione (prodotti, processi, metodologie di lavoro, modelli di business, ecc.). Il mio blog è http://www.giovannilucarelli.it

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