Perchè di #UnaMacchinaPerRudy forse non c’ha capito niente neanche Rudy

Vi risparmio tutto il cappello che dovrebbe riepilogare gli eventi che hanno portato in questi giorni le timeline social ad essere sommerse da #UnaMacchinaPerRudy, discussioni generate soprattutto dagli addetti ai lavori del settore comunicazione e social media marketing. Da qui nasce tutto. Di li a poco, tanti esperti del settore (no settore motori ma web marketing) hanno gridato al più sensazionale caso di social media marketing di tutti i tempi, lo ha fatto Francesco Russo, e qualche giorno dopo Riccardo Scandellari addirittura chiama in causa la meritocrazia di chi è stato bravo a crearsi una community di seguaci. Bisognerebbe tener conto che questa community è comunque una piccola nicchia della rete formata da persone influenzabili. Il cane pastore riesce ad influenzare il percorso di tante pecore. L’influencer vero è la pecora che riesce a convincere il gregge intero di seguire o meno il cane pastore. Troppo spesso questa figura è assente. Tante altre discussioni sono state postate sui social network e su altri blog, alcune molto interessanti come questa di Futura Pagano, o come quel gran simpaticone di Osvaldo Danzi che usa sempre la sua sapiente diplomazia nell’espressione dei suoi pensieri.

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Di seguito alcune mie considerazioni che potrete trovare in forma più articolata tra i commenti del post di Claudio Gagliardini che allego sotto.

  • #UnaMacchinaPerRudy (fino a questo momento. Perchè forse ora nasce il caso)  non è affatto un caso sensazionale di social media marketing, non meriterebbe altro che una riga nel solito libro che racchiude case history del genere, o una slide nei soliti corsi di digitalinnovationsocialstrategy che si trovano in giro.
  • Dietro Smart c’è un’agenzia di comunicazione preposta allo studio di strategie digitali e social, da adottare. Ciò comporta che chi fa questo per mestiere sia pagato per ascoltare la rete. Nel momento in cui un influencer grida al bisogno, il lavoro dell’agenzia è trovare il modo giusto per soddisfare questo bisogno. È come se un cliente entra in un bar chiedendo un caffè e il barista glielo serve sul banco. E tutto questo sensazionalismo è come candidare al premio Pulitzer il primo giornalista che pubblica il coccodrillo su un personaggio ultranovantenne. Per questo è sbagliato definire questa come un’operazione di Real Time Marketing.
  • Il sensazionalismo gridato dagli esperti del settore lascia perplessi in quanto da almeno otto anni la rete è piena di brand commerciali e non solo, che effettuano operazioni social soddisfacendo i bisogni tante volte di persone meno fortunate, e nessuno ha mai posto attenzione su questi casi. Il marketing può essere quindi usato in modo più etico. Con questo non sto dicendo che è poco etico quello che ha fatto Smart.
  • L’operazione, se la si vuol far passare come spontanea, sarà irripetibile. (Ale, se smart ti contatta la proviamo insieme).

Se invece seguiranno altri accordi di “comodato d’uso gratuito”, allora quella di Rudy è stata la scelta del primo brand ambassador, il più influente, e bisognerebbe renderla trasparente.  Offrire una smart non è come offrire un caffè. L’azione è giusta, simpatica, coinvolgente. Così come è stata effettuata ha generato solo un gran buzz (studiato !?), tra gli stessi operatori del settore marketing che orbitano nella nicchia dell’influencer selezionato. Se Rudy è un media allora smart sta acquistando uno spazio pubblicitario che durerà per un tempo determinato dalla potenza delle conversazioni generate. Ragion per cui #UnaMacchinaPerRudy è una operazione pubblicitaria, che non ha nulla di Real Time Marketing (personalmente abolirei questo termine dalla materia).

Le persone comuni che vivono in rete fuori dalla nicchia dell’influencer si chiedono “perchè a lui si e a me no”. Le persone comuni che non frequentano la rete concentrandosi non sanno chi sia Rudy, cos’è un hashtag.

Intanto c’è stata una evoluzione: ieri Mercedes ha lanciato la nuova Smart. Ergo o l’agenzia di comunicazione che opera per conto di Smart ha fregato anche Rudy Bandiera pagando 2400€ circa (valore del noleggio di una smart per un anno) per una promozione (il buzz online è pubblicità) in vista del lancio del nuovo modello; e qui mi cascherebbe il mito della scaltrezza di Rudy e tanti altri, in quanto il rumore generato sarebbe valso almeno cinque volte tanto, oppure, ma questa è la versione malafede, #unamacchinaperrudy è tutta una messa in scena e Rudy è stato selezionato già da prima del famoso tweet di smart con cui è arrivata in suo soccorso (chissà se Rudy avrà in uso il nuovo modello).

Se così fosse, allora ribadisco l’operazione vincente ad opera di smart, e a questo punto anche di Rudy, ma insisto con ancor più fermezza nel dire che gli articoli scritti sino a questo momento che gridano al caso sensazionale di Real Time Marketing, o sapiente ascolto della rete, siano deleteri alla materia e fuorvianti per tutti gli studenti che approcciano a questa. Basterebbe soltanto cominciare a parlare di ottima strategia social fine a generare un gran buzz in rete a beneficio del lancio del nuovo modello del brand.

Autorizzo i tanti esperti di web marketing ad utilizzare questo post per aggiungerlo alle metriche e alle statistiche come ulteriore prova che l’operazione ha funzionato a patto che convengano con me nel ridimensionare tutta questa operazione e a chiamare le azioni effettuate col proprio nome: l’operazione è pubblicità, social media strategy. Rudy è il brand ambassador. L’agenzia di comunicazione che fa capo a smart è il social media strategist, Smart è il brand beneficiario e investitore.

Luca Carbonelli

Imprenditore, esperto di Marketing ed ecommerce, con particolare preparazione nella gestione della piattaforma Amazon. Dal 2004 gestisce l'azienda di famiglia, la Torrefazione Carbonelli s.r.l. di cui è fautore della trasformazione digitale che le ha permesso di imporsi nel mercato online come punto di riferimento del made in italy nel settore food & beverage.
È consulente esterno in gestione aziendale, trasformazione digitale, marketing e comuniaczione; ecommerce, Amazon. Effettua corsi di formazione in management delle pmi, maketing, digital marketing, ecommerce, gestione della piattaforma Amazon. È autore di "Falla esplodere. Come una piccola impresa può affrontare la trasformazione digitale".

Impegnato nel sociale, è stato per 5 anni vice presidente del gruppo giovani della CNA (confederazione nazionale artigianato).

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